Non c’è stagione che non permetta di goderci l’ora dell’aperitivo, né le fredde sere d’inverno né i primi tepori, per poi arrivare al grande caldo, tutti abbiamo la voglia di restare fuori, se siamo in città cerchiamo un angolo di “paradiso” dove spaziare con la mente e rilassarci dopo una giornata di lavoro, cortili nascosti tra vecchi palazzi, caffè storici della piazza, sulla terrazza magari di un famoso hotel, ogni location è buona per bere un aperitivo.
Ogni drink che si rispetti è accompagnato da stuzzichini a base di vari prodotti come formaggi, salumi grissini, specialità dei posti dove ci troviamo, finger food, insomma come si usa dire un “aperitivo mangiato”. Deliziosi finger fodd, o tapas, dove la fantasia e la varietà sono certamente apprezzate.
Non so voi, ma per me l’usanza dell’aperitivo è un rito presente, un occasione per incontrare amici o anche solo per me stessa. Del resto in tutto il mondo è diventato un momento al centro della vita cittadina.
Questo rito che da anni fa parte appunto del nostro quotidiano, diventa un momento di ritrovo, di condivisione con gli amici, o da soli, l’importante e goderselo.
Vi racconto un breve cenno storico sull’origine dell’aperitivo, che nasce a Torino più di 200 anni fa da Antonio Benedetto Carpano, produttore nella sua bottega sotto i portici della centrale piazza Castello un vino aromatizzato ottenuto da un infuso di erbe e spezie, il Vermut.
Da allora si usa come base per altri cocktail iconici come il Negroni o il Manhattan o si beve liscio.
La Milano da bere di metà anni ottanta, famoso slogan dell’Amaro Ramazzotti è stato forse l’inizio che ha dato la percezione del benessere diffuso l’immagine che faceva “moda”.
Ma non solo Torino e il suo aperitivo, anche Venezia non è da meno con un classico, Aperol Spritz, che potete trovare in ogni bar che si rispetti, da tempo anche fuori regione, oppure un Bellini del famoso Cipriani o un’ombra ovvero un bicchiere di vino in tanti piccolo locali persi nei vicoli della città.
A Firenze, nel 1919 al Caffè Giacosa è nato il cocktail più venduto del mondo, il Negroni. Il caffè era frequentato da ospiti colti e facoltosi, tra astanti locali e turisti.
Fu in questo “Salotto d’Europa” che i fratelli Giacosa aprirono, nel 1860, la loro attività, già fondata a Torino nel 1815. Si narra che tra i dandy e i nobili che frequentavano il locale c’era il conte Camillo Luigi Manfredo Maria Negroni. In quel periodo era usanza sorseggiare un calicino di Vermoutte o una miscela composta da Vermouth dolce rosso di Torino, una parte di Bitter Campari e completata con uno spruzzo di acqua di seltz, oggi nota come l’Americano. Si racconta che durante una sua visita al Caffè il conte suggerisse al giovane barista Fosco Scarselli una modifica sostanziale: diminuire il seltz e aggiungere del Gin. Nasceva così, oltre un secolo fa “un americano come il conte Negroni”, nasceva il Negroni.
In ogni caso il piacere di sorseggiare un cocktail rende la nostra giornata più rilassante e in fondo se vi viene voglia di rilassarvi con esso, ma vi sembra troppo presto, pensate che comunque da qualche parte del mondo in quel momento è l’ ora dell’aperitivo, ça va sans dire.


